
Giuseppe e... il cane
Giuseppe è un anziano signore di ottanta anni fiero di essere un romano verace. Si presenta corpulento con il suo pancione in primo piano, andatura a volte impacciata conseguenza dall'artrosi legata all'età che lo costringe a camminare con il bastone. Ha svolto attività di macellaio sin dalla giovane età e, per tale motivo, il contatto con i clienti gli ha fatto adottare un atteggiamento sempre cordiale e informale con i suoi interlocutori, medici inclusi.
“Bonasera Dottorè!” esordisce Giuseppe alla nostra prima visita medica con accento leggermente “romanesco”. “Ho prenotato nà visita cò lei perchè proprio nun gliela faccio più a respirà.....e anche lo medico mio m'ha consigliato de venì da lei perchè è molto brava e sicuramente me po' aiutà.”.
“Buonasera Signor Giuseppe” – rispondo – “spero di non deludere le aspettative sue e del suo medico di fiducia! Mi racconti i suoi problemi di salute.”
Inizia così la visita di Giuseppe che risulta essere afflitto da moltissimi problemi: ha avuto un esteso infarto del miocardio, è iperteso, obeso, diabetico, ha il colesterolo molto alto. Ha fumato moltissimo in passato. “Dottorè... tra nà bistecca e n'altra ogni tanto nà tiratina ce stava proprio bene, m'aiutava a rilassamme, sopratutto quanno me capitavano certe clienti!! Nun gliè stava bene niente!!...dù...........nun se po’ dì!”
“Va bene Giuseppe, il suo problema di affanno e frequente espettorazione è dovuto ad un enfisema polmonare legato alla sua abitudine al fumo che, seppure ha interrotto da qualche anno, ha lasciato il suo segno. Faccia gli esami che le prescrivo per confermare la diagnosi e intanto inizi questa terapia che, la voglio avvisare subito, l’aiuterà a respirare meglio ma non potrà ridarle dei polmoni nuovi perchè i suoi sono ormai danneggiati. Ci rivediamo per la visita di controllo.”
Dopo circa un mese, Giuseppe torna alla raccomandata visita di controllo accompagnato, come la prima volta, dalla moglie Angela. Si nota a colpo d'occhio la grande intesa tra i due, la “coppia” che si è forgiata con gli eventi della vita che hanno affrontato sempre insieme.
“Dottorè! Ma ce lo sa che me sento meglio? Aveva proprio raggione... ho fatto tutto quello che m'ha detto de fà ed effettivamente ho notato che l'affanno è dimminuito e anche lu catarro giallo”.
“Ottimo!” rispondo contenta e soddisfatta, “si vede che hai capito bene come assumere i farmaci”.
“Dottorè, sulla sù ricetta, c' ho letto che se occupa anche de le malattie der sonno. Posso raccontalle nà cosa che me succede da molti anni che m'angoscia molto?”
“Ma certamente! Raccontami!”
“Sò anni e anni che quanno dormo a nu certo punto mozzico mi moje!!”. Il racconto viene interrotto dall'emozione che culmina nel pianto quando si gira a guardare Angela seduta accanto a lui.
“Si, è vero”, risponde Angela, “ma nun vole famme male, glielo assicuro! Lui dorme e nun s'accorge de mozzecamme a le braccia o dove gliè capita!” aggiunge con impeto per difendere il marito. E mi mostra i lividi.
Accorgendomi dell'importante impatto emotivo che la vicenda comportava, intervengo subito in tono scherzoso per sdrammatizzare: ”Ma davvero? E da quanto tempo succede questa brutta cosa?”. Risponde Angela: “Sò almeno dù anni... lui vorebbe annà a dormì su la portrona per evitamme sti problemi... piagne quanno arriva l'ora di coricasse, lo capisco, ma semo sposati da cinquant'anni! Come posso lascià dormì da solo er mio Giuseppe? Avemo nella vita conniviso tutto, tutto quanno, ner bene e ner male... forse lei nù me po' capì, Dottorè!”
“Ma certo che la capisco, signora! – intervengo - "Giuseppe, ascoltami: mi racconti cosa sogni? Hai un sogno ricorrente?”
E Giuseppe, ricomposto dall'emozione, risponde: “Si, me sogno co nà certa costanza che sò in guera e che scappo i nà foresta per nun famme scoprì. Coro, coro e m'accorgo che nù cane cò la rogna me'nsegue e me vò morde. Alla fine glie la fà a raggiungemme e me morde a li porpacci e me fa nu male...”. Mi introduco nel ferfido racconto e chiedo: “E cosa fai quando il cane ti morde?” Mi risponde: ”Pè difendeme, scalcio e lo mozzico pur'io!!”
E allora rispondo:
“E si, lo mordi anche tu e scalci...peccato che ci sia tua moglie vicino a te che scambi per il cane!! Caro Giuseppe, non ti preoccupare. Il tuo problema è legato ad una malattia del sonno facilmente risolvibile. Si tratta della perdita della paralisi muscolare che si manifesta durante i sogni. Si chiama RBD. E’ una sigla inglese che sostanzialmente significa Disturbo del Movimento nella fase REM del sonno. Dovrei ricoverarti in clinica del sonno per effettuare indagini di elevato livello. Tuttavia, sono un medico pratico e considerando la tua bella età e la situazione generale, ti prescrivo una terapia che, se ho ragione, sarà efficace da subito. Prendi 5 gocce di questa medicina tutti i giorni e fatti sentire tra una settimana”.
Trascorsa la settimana, Giuseppe e Angela tornano a controllo.
“Carissimi! Come va? E' efficace la terapia che ho prescritto?”
“Cara Dottoressa... finarmente io e Giuseppe semo tornati a dormì abbracciati!”