Il giudice

Un giorno in ambulatorio si presenta il Sig.r Pietro V, un elegantissimo signore di mezza età giudice di professione. E' obeso, piccolo di statura ma per nulla impacciato nei movimenti. Noto subito l'abbigliamento: indossa una camicia con gemelli, papillon, panciotto e orologio da taschino. Sembra quasi uscito da un quadro dell'800. Giunge con aria di sufficienza, quasi gli fosse stata imposta queta visita. E' piuttosto taciturno, osserva molto ma non manca nei modi e nella cortesia.

"Buongiorno Sig.r V., per quale motivo ha prenotato una visita presso codesto ambulatorio?" chiedo per rompere subito il ghiaccio.

"Buongiorno Dottoressa" - risponde -  in effetti mi è stato fatto il suo nome dal mio cardiologo di fiducia. Sospetta che possa soffrire di un disturbo respiratorio durante il sonno e mi ha raccomandato di prenotare una visita con lei al più presto. Non credo sia necessario questo controllo poichè non ravviso i disturbi che mi ha citato, tuttavia poichè la mia stima per lui è assoluta, eccomi qui".

L'inizio non è stato dei migliori e infatti si percepiva una certa distanza che sicuramente non rassicurava ma creava solo un'atteggiamento direi "costruito" adatto alla circostanza.

Il colloquio prosegue e chiedo: "Ho compreso il problema. Per caso il suo cardiologo ha recentemente partecipato a un evento formativo di aggiornamento sulle malattie del sonno?"

"In effetti mi ha detto che dopo un corso dove lei era relatore, si è accorto di quanto nello svolgimento della sua professione non si sia mai accorto dell'importanza del sonno come possibile causa di malattie del cuore. Io sono cardiopatico, soffro di ipertensione arteriosa e fibrillazione atriale di recente riscontro. Crede che il mio "storico" russamento possa esserne la causa. Mi scusi la franchezza, ma mi sembra veramente ridicolo pensarlo! Sa quanta gente russa e non è ipertesa o cardiopatica?" risponde con tono che diventa leggermente animato verso la fine.......

Con leggero distacco e volutamente più professionale del solito, rispondo che in effetti  ha ragione nel pensare che il russamento non è causa di cardiopatie. Tuttavia, faccio notare che numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato un certo ruolo del russamento nella genesi dell'ipertensione arteriosa. Il dialogo mi porta ad approfondire sempre più l'argomento usando termini e modi idonei ad una persona di cultura e di elevato stato sociale.

"Ciò che le persone non sanno è che esistono diverse tipologie di russamento: russamento continuo, russamento intermittente, russamento abituale e persistente (cioè presente tutte le notti da almeno sei mesi), russamento occasionale e russamento posizionale. Il russamento intermittente abituale e persistente è molto pericoloso ed è quello che può provocare danno cardiovascolare che va dall'infarto del miocardio fino all'ictus cerebrale. L'intermittenza significa che il fastidioso rumore che spesso disturba il compagno di letto, è interrotto da pause o silenzi. Questi silenzi, che possono arrivare a durare finanche più di un minuto, sono le apnee del sonno. L'assenza del respiro provoca carenza di ossigeno e accumulo di anidride carbonica ed è questo il meccanismo del danno cardiovascolare".

La spiegazione fu così dettagliata e meticolosa che cominciò ad aprire una "breccia" nella diffidenza del Sig. V che subito chiede: "Comincio a capire perchè il mio cardiologo mi ha raccomandato questa visita. Cosa debbo fare?".

Rispondo: "Intanto, dobbiamo approfondire l'anamnesi, annotare tutte le malattie di cui ha sofferto, proseguire quindi con la visita orientata verso il suo problema attuale. L'insieme di questi dati mi permetteranno di candidarla all'esame strumentale diagnostico che si chiama polisonnografia".

Pietro presentava molti elementi fortemente sospetti per la presenza della Sindrome delle Apnee Ostruttive in Sonno (OSAS): obesità viscerale, collo tarchiato, ingombro delle alte vie respiratorie da parte dei tessuti molli, russamento intermittente abituale persistente, sonnolenza diurna. Quest'ultimo sintomo lo considerava in realtà come semplice stanchezza dovuta ai numerosi impegni e responsabilità del suo ruolo di giudice.

"La sonnolenza diurna del russatore con apnee nel sonno" - preciso -  "spesso non è consapevolmente percepita poichè è come se il soggetto affetto si "costruisca" una sorta di nuova normalità. Non mi sorprende quindi quando asserisce di sentirsi solo stanco e affaticato per i suoi impegni professionali. Si accorgerà della differenza solo dopo il trattamento terapeutico".

La diffidenza, lo scetticismo e l'aria distaccata iniziale come per magia scomparvero per lasciare posto a una piacevolissima conversazione che finì per sconfinare in argomenti i più vari: dalla filosofia alla letteratura, dalla storia alla mitologia greca quasi in un gioco per verificare chi dei due fosse più preparato nel ricordo di aforismi o situazioni che riguardassero il sonno e i suoi misteri. Per quanto di livello non potevo raggiungere la sua preparazione: parla greco e latino fluentemente e cita a memoria intere frasi di celebri testi. Nasce così una reciproca stima e inizia il percorso diagnostico.

Pietro risulta positivo per la temuta OSAS e ne risulta anche gravemente affetto. Al momento della consegna del referto, sempre accompagnato alle spiegazioni del caso, segue la proposta terapeutica che non poteva prescindere dall'applicazione di un presidio a pressione positiva chiamato CPAP, terapia che inizia subito.

La titolazione della CPAP è un momento molto delicato dell'intero percorso e presuppone la costante presenza dello specialista per risolvere eventuali problemi intercorrenti. La terapia con CPAP ha un effetto praticamente immediato sulla sonnoelnza. Il giorno della validazione della titolazione, chiedo a Pietro: "Allora? Se gli effetti sulla pressione arteriosa e sullo stato di salute del cuore li potremo osservare solo tra qualche mese, cosa mi dice sulla sonnolenza?"

Risponde: "Cara Dottoressa, è letteralmente incredibile!! Aveva ragione quando asseriva che mi sarei accorto della differenza solo dopo la terapia. Ora mi sento tonico, mi alzo fresco al mattino, sono più vigile e reattivo. I cali di attenzione che avevo prima, anche al lavoro, erano la conseguenza non della stanchezza come credevo ma della cattiva qualità del sonno. Ciò che più mi turba è di non essere più molto sicuro della corretezza delle sentenze emesse! Quanto ero veramente lucido? E quanto era forte la mia capacità di giudizio?"

A queste parole provo un brivido e condivido con Pietro quanto dichiarato nel 1909 dal Presidente degli Stati Uniti d'America W. H. Taft dopo aver perso 40 Kg: "I have lost that tendency to sleepiness which made me think of the fat boy in Pickwick. My color is very much better and my ability to work is greater...(trad."Ho perso quella tendenza alla sonnolenza che mi ha fatto pensare al ragazzo grasso in Pickwick. Il mio colore è molto molto meglio e la mia capacità di lavorare è maggiore)"

A ognuno le dovute considerazioni........

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